Come aprire una palestra: i requisiti e i costi
Aprire una palestra è il desiderio di molti imprenditori in erba, affascinati sia dalle possibilità di guadagno, sia dal piacere di lavorare in mezzo alle persone in un momento di svago della giornata.
Tuttavia, aprire una palestra prevede un iter burocratico ben preciso e costi non indifferenti.
In questo articolo scopriremo come aprire una palestra, qual è l’iter burocratico da seguire e quali i costi da sostenere.
Come aprire una palestra: requisiti, iter burocratico e costi
Una palestra è un locale dove praticare attività fisica e sport individuali e di squadra; per essere tale, deve rispettare determinate caratteristiche.
Per dare vita a una palestra di successo, in primo luogo è indispensabile individuare il locale giusto: deve essere un ambiente spazioso e posizionato in un luogo di passaggio, magari vicino a uffici e negozi. Dev’essere un locale adatto a ospitare non solo le sale da allenamento, ma anche spogliatoi e almeno un ufficio. Com’è ovvio, dev’essere un locale grande abbastanza da ospitare un buon numero di persone.
Palestre e centri fitness sono regolati da normative regionali: ogni regione prevede delle norme con vincoli e limiti diversi.
È opportuno approfondire bene cosa dicono a proposito le leggi della propria regione, magari con l’aiuto di un esperto; in linea generale, per l’apertura di palestre e centri fitness è necessario il nulla osta igienico-sanitario e il rispetto dei requisiti degli articoli 11 e 92 del Tulps (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza).
Detto che sono le norme regionali a regolare questo tipo di attività, c’è comunque un iter di massima da rispettare:
- apertura della partita Iva: il codice Ateco di riferimento sono il 93.13 o il 93.13.0
- iscrizione al Registro delle Imprese
- comunicazione della Scia al Suap del comune competente (al comune va inoltrata anche la richiesta di esposizione dell’insegna)
- richiesta di valutazione dei rischi (legge 626/94)
- richiesta della certificazione antincendio
- comunicazione alla ASL per avere la certificazione sanitaria
- iscrizione all’Inps e all’Inail (per tutti coloro che lavorano nella struttura) anche per i dipendenti
- pagamento della Siae per la trasmissione di video e musica
Dal punto di vista normativo e contabile, una palestra può essere gestita sia nella forma di impresa individuale sia come associazione sportiva (ossia come ente non commerciale).
La distinzione ha una certa importanza perché, a seconda della forma societaria, cambiano anche inquadramento giuridico e fiscalità, da cui derivano conseguenze dal punto di vista degli obblighi contabili e del regime di tassazione.
La palestra può avere la forma di ditta individuale, società in nome collettivo, società in accomandita semplice, Srl, Srls e società cooperativa.
A queste pratiche va aggiunta l’istanza di autorizzazione per l’apertura dell’impianto “dedicato all’attività motoria e ricreativa” a cui vanno allegati documenti come la conformità del locale, la planimetria, la polizza assicurativa di responsabilità civile, etc.
Ogni palestra per legge deve avere personale specializzato in grado di svolgere l’attività di istruttore e personal trainer: è necessario che gli istruttori siano abilitati in base alle legge regionali. Una palestra ha bisogno inoltre di un direttore tecnico e di un responsabile sanitario laureato in medicina, senza dimenticare la nomina di un responsabile dell’attività (che può non essere il titolare dell’impresa).
Attenzione: prima di aprire una palestra è necessario redigere un attento business plan in cui stabilire ogni aspetto dell’attività di impresa.
I costi per aprire una palestra
Come si può intuire, i costi per aprire una palestra sono piuttosto elevati: in media, è bene preventivare un investimento di circa 70mila euro.
Bisogna infatti prendere in considerazione i costi per l’affitto o l’acquisto del locale (che dipende anche dalla posizione in città), per l’acquisto dei macchinari e delle attrezzature, per gli arredi del locale (sala fitness, spogliatoi, etc). oltre a spese come quelle per le imprese di pulizie, per la cancelleria, per i computer. Da non trascurare neppure i costi del personale che, come detto, dev’essere altamente qualificato, e i costi di pubblicità, e marketing, indispensabili per raggiungere i propri clienti.
Un’altra ottima soluzione può essere il franchising che, oltre a mettere a disposizione la possibilità di sfruttare il un brand conosciuto, offre assistenza, know how, formazione continua. Alcuni franchisor consentono anche di acquistare le attrezzature a rate oppure offrono forme di leasing. Attenzione, però: l’investimento può essere leggermente superiore a seconda del tipo di proposta di franchising (che dipende spesso dalla forza e dalla notorietà del marchio).
Chi vuole avviare un’attività come una palestra può comunque usufruire di finanziamenti e agevolazioni regionali europei e nazionali destinati alla nascita di nuove imprese.
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