Aprire una falegnameria: procedimento e costi
Uno dei mestieri più antichi è quello del falegname, che nel corso degli ultimi decenni è stato messo un po’ da parte dall’emergere di grosse aziende che vendono mobili e altri oggetti in legno a costi contenuti.
Oggi però questo mestiere è riscoperto, grazie a una nuova tendenza che vede la gente sempre più interessata all’acquisto di mobili caratterizzati da una qualità e da uno stile inconfondibile, che solo le lavorazioni del legno fatte a mano riescono a garantire.
Proprio per questo, oggi aprire una falegnameria rappresenta una valida opportunità per mettersi in proprio, un mestiere che rivisto in chiave moderna può regalare belle soddisfazioni e garantire un interessante guadagno.
Va detto che per fare questo lavoro si devono avere delle basi importanti riguardanti la conoscenza della materia prima legno e delle sue principali lavorazioni, conoscenze che si possono acquisire attraverso l’esperienza presso attività similari, oppure frequentando appositi corsi di formazione.
Importante, nelle fasi di avvio dell’attività, è quella di redigere un business plan che tenga in considerazione i vari aspetti legati alla costituzione della nuova azienda: dai capitali a disposizione da investire, dal tipo di lavorazioni che s’intende fare, all’ubicazione dell’azienda, al marketing e promozione e tanto altro ancora.
Per affrontare questo genere di attività bisogna essere delle persone volonterose e saper affrontare le problematiche e le sfide che un’attività in proprio pone all’imprenditore ogni giorno.
Come aprire una falegnameria: procedure amministrative e burocratiche
L’iter amministrativo e burocratico da seguire per aprire una nuova falegnameria non è poi così differente da quello delle altre attività. Per prima cosa va aperta una nuova partita IVA, presso l’Agenzia delle Entrate, in modo da registrare la società di nuova costituzione, e iscrivere la stessa al Registro delle Imprese della Camera di Commercio competente.
L’imprenditore deve poi fare le registrazioni presso l’INPS, ai fini contributivi e pensionistici, ma anche all’INAIL per quanto riguarda la parte infortunistica. Per l’avvio dell’attività andrà presentata una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune di competenza, procedura amministrativa che consente di avviare l’attività dopo 30 giorni in regime di silenzio assenso.
In base alla tipologia di lavorazioni che si fanno nell’attività, sarà necessario inoltre ottenere le opportune autorizzazioni a livello ambientale, che possono riguardare gli scarichi idrici o le emissioni in atmosfera, inoltre l’attività dovrà essere in regola anche per quanto riguarda l’impatto acustico.
In ultima battuta vanno curati gli adempimenti necessari per il locale utilizzato per l’attività, va selezionata una superficie a carattere industriale o artigianale adeguata al genere di lavorazione che s’intende fare, verificare che i locali siano agibili e conformi alle normative edilizie vigenti, ma anche predisporre l’impiantistica necessaria ai fini della sicurezza degli ambienti di lavoro.
Trattandosi inoltre di un’attività che utilizza un materiale infiammabile, dovrà essere ottenuto il Certificato di Prevenzione Incendi da parte del Comando Provinciale Vigili del Fuoco, sottoponendo un progetto che sarà valutato dallo stesso e dichiarato o meno conforme a quanto definito dalla normativa di settore.
I costi necessari ad avviare una nuova falegnameria
Avviare un’attività del genere comporta un esborso economico non indifferente, anche se la cifra da investire dipende alla grandezza dell’attività, se artigianale o industriale, e dal numero di lavorazioni che sono effettuate.
Partiamo col dire che il minimo investimento si aggira attorno ai 50 mila euro, per un’attività artigianale che non prevede un gran numero di macchinari e lavorazioni. Fondi che in parte possono anche essere coperti da finanziamenti e contributi a livello regionale, statale o europeo che sono messi a disposizione per chi vuole mettersi in proprio e anche per l’apertura di attività di tipo artigianale.
Va fatta una ricognizione precisa delle possibilità di accesso a bandi e contributi al fine di verificare quale sia l’ammontare generale da investire e se è necessario richiedere finanziamenti a istituti di credito per l’apertura dell’attività.
Consulenza Gratuita
Diventare degli imprenditori e operare nel campo del lavoro autonomo non è oggi un’impresa semplice, bisogna avere delle doti personali specifiche e avere conoscenze generali nei campi amministrativi, fiscali e burocratici.
Proprio per questo diventa importante, nelle fasi iniziali di avvio dell’impresa, farsi seguire da veri professionisti del settore che mettono a disposizione la loro esperienza e competenza per affrontare tutte le incombenze necessarie.
Proprio per questo Contributi PMI offre una consulenza completamente gratuita effettuata da professionisti del settore finanziario, amministrativo e burocratico che sono in grado di affiancare l’imprenditore nel difficile processo di avvio della propria attività, garantendo competenza e un aiuto completo per ogni genere di necessità.