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Aprire un coworking

Come aprire un coworking: iter burocratico e requisiti

Aprire un coworking significa offrire un servizio sempre più richiesto. Professionisti di vario genere che lavorano per aziende diverse preferiscono sempre più lavorare in degli uffici condivisi con altri lavoratori. I motivi di questa scelta vanno dal lato economico a quello relazionale.

Il primo coworking viene aperto nel 2005 a San Francisco. Dal 2010 il fenomeno del coworking si è sviluppato anche in Italia. Alla fine dello scorso anno i coworking aperti in Italia hanno raggiunto le 660 unità; si pensi che nel 2016 erano solo 30. Il coworking rappresenta sempre di più un servizio di cui molti lavoratori freelance sentono la necessità. Aprirne uno è una buona idea.

In Italia sono nate tre tipologie diverse di coworking: quello importato, cioè un’azienda di coworking estero che apre filiali in Italia, quello ibrido, ovvero uffici che hanno aperto alcuni loro spazi al coworking e il coworking nativo, apertura di un’attività indipendente.

Aprire un coworking: requisiti necessari e iter burocratico

Con la rivoluzione digitale in atto aprire un coworking può rappresentare una soluzione molto redditizia. Per farlo il percorso burocratico è molto semplice. Scelto il locale bisogna ottenere le relative autorizzazione perché lo spazio sia a norma per ospitare un coworking.

In secondo luogo è necessario aprirsi una Partita IVA ed iscriversi al registro delle imprese della camera di commercio. Dopo l’ottenimento della SCIA, da presentare allo sportello SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune di riferimento, l’attività può essere avviata.

Per aprire un coworking è consigliabile vivamente rivolgersi ad un commercialista. Un esperto saprà indirizzarvi sulla strada da prendere, perché le opportunità sono diverse. Per questo genere di attività, ad esempio, si può scegliere se dar vita ad una Srl, ad una cooperativa sociale o una fondazione; molto spesso è possibile anche avere accesso a degli incentivi statali.

Il costo dell’investimento per aprire un coworking

Il costo dell’investimento per aprire un coworking è molto vario, dipende innanzitutto dalla scelta delle dimensione e della posizione del locale. Per quanto riguarda la superficie del locale da affittare o acquistare è preferibile che abbia almeno un’estensione di 200mq. La pozione è, ovviamente, a discrezione dell’imprenditore, ma aprire in provincia o in città comporta notevoli differenze.

A queste suddette seguono altre spese legate all’organizzazione dell’attività. E’ necessario allestire gli spazi lavorativi della struttura da affittare ai propri clienti. Bisogna comprare PC, avere una potente connessione di reti Wi-Fi, collegarsi alle utenze.

In seguito è necessario preoccuparsi dei costi della gestione dell’attività che vanno dalle spese per la corrente elettrica a quelle per il personale. Per quest’ultimo caso esistono figure di comarketing, utili all’abbattimento dei costi. Sono persone che scambiano alcune ore di lavoro nella gestione della tua azienda per avere uno spazio lavorativo proprio nel coworking.

Per risparmiare sui costi dell’investimento è sempre bene ricordarsi che esistono diversi incentivi sia italiani che europei che offrono sostengo e agevolazioni per questo genere di attività, specie se aperte da giovani o donne.

Consulenza Gratuita

Come si può intendere, dunque, aprire un coworking è un investimento estremamente intelligente. Sembra crescere esponenzialmente, ora, in Italia la richiesta di uno spazio da ufficio da condividere con altri professionisti. Aprire un coworking è anche molto semplice ma è consigliabile rivolgersi ad agenzie di consulenza.

Contributi PMI offre una consulenza interamente gratuita agli imprenditori. Il coworking, che del resto nasce in un ambiente ancora poco maturo, ha bisogno di essere seguito da alcuni esperti che ne ponderino bene le scelte da intraprendere.

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