Aprire un home restaurant: iter burocratico e requisiti
L’Italia ha una grande tradizione culinaria alla spalle. La cucina, insieme all’immenso patrimonio artistico ospitato dal Belpaese, rendono l’Italia tra le nazioni più affascinanti del mondo.
E infatti, per quanto si possa fare sempre meglio, abbiamo un turismo molto sviluppato. Le grandi città vivono dei loro visitatori. Zone turistiche in cui pullulano un’infinità di attività commerciali ad hoc.
Perciò con questi presupposti perché non aprire un’attività ristorativa? Certo aprire un vero e proprio ristorante non è affatto semplice. Infatti l’idea che si offre in questo articolo è quella di dare vita ad un home restaurant. Se vi state chiedendo cosa sia, proseguite con la lettura.
Un home restaurant è una sorta di ristorante casalingo; è una forma di sharing economy che aiuta a fare qualche soldo in più. L’home restaurant nasce all’estero ma importarlo in Italia è l’ideale viste le capacità culinarie dei suoi cittadini, non solo donne, e data la genuinità dei prodotti.
Un home restaurant si apre a casa, basta qualche tavolo e tanta passione per la cucina. I clienti vengono da sé.
Iter burocratico per aprire un home restaurant
Quando si tratta di aprire attività in cui viene venduto cibo, in questo caso addirittura cucinato, l’iter burocratico non è mai semplice; bisogna possedere diverse certificazioni e attestati dalla ASL.
Ma per aprire un home restaurant non serve nulla di tutto questo. Aprire un ristorante casalingo è veramente facile e l’iter burocratico è minimo. Non serve neanche aprirsi una Partita IVA o registrarsi alla Camera di Commercio. Per aprire un home restaurant basta avere un piano di controllo HACCP redatto su misura.
Il resto poi sono soltanto requisiti che devono essere soddisfatti; ad esempio l’attività lavorativa non si può svolgere in maniera continuativa ma solamente saltuaria. Non è possibile ospitare all’interno della casa altre attività ricettive come ad esempio un B&B. Un altro obbligo fondamentale è legato al guadagno. Essendo attività in cui non è richiesta la Partita IVA il massimo che si può fatturare è 5000 euro.
Un ristorante casalingo ha altre restrizioni. Non si possono ospitare più di 10 coperti, né è possibile fare più di 500 coperti all’anno. Sono requisiti che limitano evidentemente le possibilità di guadagno ma è necessario comprendere che un ristorante casalingo non deve essere una primaria fonte di guadagno. All’interno di un nucleo familiare può rappresentare un plus.
Una donna casalinga ad esempio che scegliesse per diversi ragioni di guadagnare qualcosa può farlo aprendo un home restaurant senza modificare il proprio stato.
Dunque aprire un home restaurant è semplice, non dimenticare però di aver bisogno di un’assicurazione che copra l’unità abitativa e i cuochi. E un’altra cosa: non è necessario consegnare la SCIA, ma bisogna mandare al comune una comunicazione di inizio attività.
Costi per aprire un home restaurant
In questo caso parlare di costi è difficile. Se avete spazio a casa dove poter ospitare più o meno 10 coperti, beh non avrete bisogno di null’altro. Registrandovi su delle app nate appositamente per far conoscere gli home restaurant vi arriverà da lì la prenotazione del cliente. Quindi saprete sempre in anticipo se sta arrivando qualcuno.
Nei ristoranti casalinghi in genere si presenta un menù fisso. Quindi le spese riguardano generalmente l’acquisto dei cibi e di tutte le attrezzature che possono ritornare utili in cucina o per il mantenimento dei cibi.
Consulenza Gratuita
Fatevi trasportare dall’energia della sharing economy. Aprire un home restaurant è facilissimo: si tratta di cucinare in media per 4/5 persone e poi lavare i piatti. Tante volte non richiede neanche troppo tempo.
Contributi PMI offre una consulenza gratuita a chiunque apra un’attività di home restaurant: valuteremo le possibilità offerte dal mercato e l’eventuale accesso ad un finanziamento a fondo perduto.