Come aprire un distributore di benzina: requisiti, costi, adempimenti burocratici
In molti nel nostro paese aspirano ad aprire un distributore di benzina, attratti dalla possibilità di lauti guadagni.
Se pensiamo che in Italia circolano circa 62 auto su 100 abitanti, è facile pensare che un distributore di benzina possa essere un’attività redditizia, e in effetti lo è, ma occorre considerare che l’investimento iniziale è davvero molto elevato e che la concorrenza è spietata.
In questo articolo scopriremo come aprire un distributore, qual è il (complesso) iter burocratico e quali sono i costi.
Aprire un distributore: i requisiti
La prima cosa da sapere è che un distributore può essere privato, cioè collocato in stabilimenti, depositi, cantieri, magazzini, oppure un distributore di carburante di benzina a uso pubblico: i distributori a uso privato riforniscono le imprese e gli esercizi commerciali, mentre i distributori a uso pubblico riforniscono tutti i veicoli in circolazioni sulle strade.
I distributori privati non possono cedere carburante a terzi (pena la revoca della licenza); per ottenere l’autorizzazione ad aprire questo tipo di attività, serve una specifica domanda al Suap.
Detto questo, per aprire un distributore è possibile affiliarsi a società petrolifere internazionali (i cosiddetti distributori premium) oppure aprire un distributore autonomo (chiamati anche pompe bianche), senza logo né marchio, che prevede l’affiliazione a reti di distribuzione locali, di piccole dimensioni.
Prima di fare una scelta, è importante contattare i diversi rappresentanti delle società petrolifere e trovare l’offerta più adatta alle proprie esigenze. Si tratta di una scelta strategica; a tal proposito, prima di aprire un distributore ad uso pubblico, è necessario valutare bene anche la location e trovare una zona trafficata o zone di passaggio (per esempio superstrade e autostrade).
Attenzione, però: la location del distributore deve essere già presente nel Piano Regolatore Generale del Comune in cui vogliamo aprire l’attività.
Scelto il tipo di distributore e deciso se affiliarsi a un marchio Premium o aprire un distributore indipendente, sarà necessario ottenere la licenza petrolifera, senza la quale non è possibile avviare l’attività, e avere una concessione edilizia dell’area da parte del comune.
Saranno necessari anche altri documenti, senza i quali l’attività non può partire:
- l’autorizzazione da parte dei Vigili del Fuoco
- l’autorizzazione comunale sui carburanti venduti
- la verifica della ASL per le installazioni elettriche e il collaudo dell’impianto insieme a comune e Utif (Ufficio Tecnico delle imposte di fabbricazione)
Per avviare un distributore è necessario inoltre avere tre requisiti indispensabili: la disponibilità numerica, la compatibilità urbanistica e le distanze previste dalle normative di tipo comunale, regionale e nazionale. È importante avvalersi della consulenza di un legale, per tutti questi aspetti burocratici, e di un commercialista preparato. per la gestione di tutti gli aspetti fiscali e contabili.
Come abbiamo visto, dunque, aprire un distributore comporta numerosi adempimenti burocratici, per completare i quali ci vuole almeno un anno di tempo.
Infine, chi vuole aprire un distributore di benzina non deve avere nel proprio “curriculum” dichiarazioni di fallimento o pene detentive.
Quanto costa aprire un distributore di benzina
Come abbiamo già accennato, investire in una distributore di benzina richiedere risorse finanziarie non da poco.
Intanto, bisogna dire che è possibile sia prendere in gestione una pompa di benzina già esistente sia costruire un impianto da zero. Ovviamente, se si sceglie la seconda soluzione, è bene sapere che i costi sono decisamente più elevati.
Qualora si voglia costruire e realizzare un impianto nuovo, occorre investire almeno 500mila euro, a cui andranno aggiunti poi circa 30mila eruo per tutti gli allacciamenti necessari per l’attività.
Se è vero che i costi sono elevati, bisogna anche considerare che col tempo i guadagni possono essere altrettanto elevati.
Aprire un distributore di benzina: l’importanza di un business plan
Un investimento tanto pesante come quello per un distributore di benzina esige un business plan molto dettagliato, in cui vanno previsti le azioni nel campo del marketing e della comunicazione e gli eventuali servizi accessori all’attività principale, quali servizi di autonoleggio, autolavaggio, bar, manutenzione delle auto, col fine di aumentare il proprio volume d’affari.
È importante dunque rivolgersi a un consulente in grado di valutare tutti gli aspetti necessari al successo del distributore.
Aprire un distributore di benzina: investimento pesanti, guadagni elevati
Abbiamo visto in breve come fare per aprire un distributore di benzina. L’investimento iniziale può spaventare, ma i guadagni col tempo possono essere anche elevati, soprattutto se si offre un servizio completo agli automobilisti.
Se l’idea di aprire un distributore di benzina ti solletica, chiedici una consulenza gratuita: ti aiuteremo a redigere il business plan e a svolgere tutte le pratiche burocratiche necessarie per avviare questo tipo di attività.