Come aprire un fast food: costi e requisiti
Il settore del fast food negli ultimi anni ha conosciuto molte novità che hanno allargato la proposta oltre alle note multinazionali (McDonald’s e Burger King su tutti). Benché si tratti di un mercato competitivo e difficile, aprire un fast food, magari in franchising, può essere una buona idea di business se accompagnata da creatività e capacità.
Scopriamo di più a proposito e vediamo quali sono requisiti, iter burocratico e costi per aprire un fast food.
Aprire un fast food: l’importanza di un business plan
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’esplosione di interesse per il settore food e, soprattutto, per un’alimentazione sana, genuina e legata al territorio. Dopo “l’abbuffata”degli anni ’80 e ’90, quando si tendeva a imitare i modelli americani, oggi assistiamo a un prepotente ritorno di interesse per il cibo della tradizione e biologico, che affonda le sue radici nella cultura culinaria del nostro paese.
A tal proposito, è evidente come sia necessario scegliere attentamente il tipo di fast food da aprire, sia sulla base di un’attenta analisi di mercato che sulle proprie aspirazioni. È dunque indispensabile redigere un accurato business plan prima di avviare l’attività per evitare brutte sorprese durante la gestione.
Oggi le possibilità offerte dal settore sono tante: prima di fare qualsiasi scelta, dunque, è bene procedere con intelligenza e valutare il mercato di riferimento e i competitor.
L’iter burocratico per aprire un fast food
Vediamo ora qual è l’iter burocratico per avviare un fast food.
Partiamo dalla partita Iva: con l’aiuto di un commercialista, occorre individuare il regime in cui operare (forfettario o ordinario) e il corretto codice Ateco. Il codice 56.10.11 riguarda la “Ristorazione con somministrazione attività degli esercizi di ristoranti, fast-food, rosticcerie, friggitorie, pizzerie”.
Dopo aver aperto la partita Iva, bisogna iscrivere l’attività al Registro delle Imprese della propria provincia di competenza e aprire le posizioni Inps e Inail, anche per eventuali dipendenti. Inoltre, va inviata la Scia all’ufficio delle attività produttive del Comune in cui si vuole aprire l’attività; al comune va fatta la richiesta anche per l’esposizione dell’insegna.
Per lavorare nel settore della ristorazione è necessario un titolo di studio idoneo (es: alberghiero) o in alternativa aver seguito un corso Sab (Somministrazione Alimenti e Bevande). Inoltre, sia il titolare che i dipendenti devono essere in possesso dell’attestato Haccp, che si ottiene dopo aver seguito corsi appositi tenuti dalla Asl o da associazioni di categoria. I costi non sono affatto proibitivi.
Infine, saranno necessarie le autorizzazioni di Asl e Vigili del Fuoco che attestino la sicurezza e la salubrità del locale.
Avviare un fast food: i costi
Passiamo ai costi per aprire un fast food che, chiariamolo subito, sono elevati: saranno infatti necessari dai 50mila fino ai 150mila euro circa (ovviamente parliamo di cifre approssimative). L’investimento iniziale cala un po’ nel caso in cui si apra un locale in franchising.
Nell’investimento iniziale andranno considerati:
- L’affitto del locale, che varia a seconda della posizione e della grandezza dello stesso
- L’insegna
- Le attrezzature, che devono essere professionali e di ottima qualità, dalla friggitrice alle piastre, dagli aspiratori agli spillatori per la birra
- Gli arredi, che possono essere semplici e minimali, ma devono essere comunque qualitativamente validi
- Tutte le spese per gli adempimenti burocratici
- Le consulenze professionali (commercialista, esperti di marketing e comunicazione)
I costi calano se non si fa servizio a sedere oppure se si decide di optare per un fast food ambulante.
Ricordiamo che è possibile usufruire di finanziamenti e misure ad hoc per le neoimprese promossi da Mise, regioni e Ue.
Franchising: quante opportunità nel mondo del fast food
Sono numerosi i brand di fast food che offrono programmi di affiliazione: sia i brand più famosi che i brand di nicchia danno la possibilità di aprire un proprio ristorante sfruttando la forza del proprio marchio.
Com’è naturale, è bene scegliere il programma di affiliazione più adatto al proprio locale e alla propria visione di fast food: ricordiamo che in cambio di un fee iniziale (ed eventuali royalties), i franchisor offrono formazione, assistenza, esclusiva di zona, consulenza continua e, spesso, anche arredi e studi di fattibilità (non sono rari i casi di progetti “chiavi in mano“). D’altro canto, affiliarsi a un brand significa anche dover sottostare alle regole della casa madre, poca flessibilità, standardizzazione di locali e arredi e un menù preciso da cui non discostarsi.
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