Come aprire un ristorante: iter, requisiti e costi
La cucina e l’alimentazione negli ultimi anni sono state oggetto di un vero e proprio boom che ha visto comparire tantissimi locali nelle nostre città e una vasta scelta di programmi televisivi dedicati all’argomento. Proprio per questa particolare riscoperta del mondo dei fornelli e del mangiare bene, l’apertura di un ristorante è un’attività imprenditoriale che può portare a grandi soddisfazioni, facendo però molta attenzione a curare e pianificare il tutto con estrema cura, al fine di diversificarvi dalla grande concorrenza presente sul mercato.
Nonostante mangiare al ristorante non sia una necessità primaria, ma un lusso, anche in tempo di crisi questo genere di attività sono rimaste solide dal punto di vista dei guadagni e producibilità. Dal Rapporto ristorazione del 2017 della FIPE si può riscontrare che la ristorazione, con 41 miliardi di valore aggiunto, è uno dei settori trainanti della filiera agroalimentare italiana, facendo segnare risultati migliori sia dell’agricoltura sia dell’industria alimentare.
Da questo è possibile dedurre che l’apertura di un’attività di ristorazione può rivelarsi una scelta imprenditoriale vincente, ma non ci si deve improvvisare ristoratori. Per avere successo serve una profonda conoscenza ed esperienza nel settore e la redazione di un apposito business plan, dove saranno indicate le linee guida da seguire per lo sviluppo dell’attività.
I requisiti di legge e gli adempimenti burocratici per aprire un ristorante
Partiamo col vedere i requisiti morali e professionali che riguardano il titolare dell’attività, i primi riguardano l’onorabilità: non può avviare un ristorante chi è stato dichiarato dalla legge come delinquente abituale o che ha ricevuto una condanna che prevede una durata superiore ai tre anni.
Quelli professionali invece prevedono che l’imprenditore abbia compiuto diciotto anni di età, aver frequentato il corso SAB di somministrazione di alimenti e bevande, esercitare o aver esercitato attività nel settore della ristorazione per almeno due anni e infine essere in possesso di un diploma di scuola superiore oppure di equivalente titolo in cui erano previste materie come il commercio e/o la preparazione di alimenti.
Per la frequentazione di un corso SAB, il consiglio è quello di informarsi presso le associazioni di categoria della vostra zona, come Confcommercio o presso gli enti provinciali. Il corso ha un costo variabile dai 600 agli 800 euro e alla fine dello stesso dovrete sostenere un esame di abilitazione.
Dovrete inoltre verificare le caratteristiche e idoneità edilizie e urbanistiche del locale che utilizzate per la ristorazione, presentando le opportune pratiche nel caso d’interventi di manutenzione o ristrutturazione dei locali.
Sono da verificare i requisiti tecnici in materia di sicurezza sul lavoro e d’idoneità sanitaria, infine dovrete redigere un manuale HACCP che dovrà essere realizzato da un professionista e deve contenere le modalità di trattamento di cibi e bevande.
Infine sono da prendere in considerazione gli aspetti fiscali, qui di seguito elencati:
- iscrizione INPS e INAIL del titolare e dei dipendenti dell’attività;
- presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività;
- comunicazione unica da inviare alla Camera di Commercio;
- licenza commerciale e iscrizione al CONAI;
- comunicazione all’Agenzia delle Dogane per la somministrazione di bevande e alcolici;
- autorizzazione comunale per l’esposizione dell’insegna;
- pagamento dei diritti SIAE nel caso di diffusione di radio o televisione nei locali.
Quanto costa aprire un ristorante? Vediamo alcune ipotesi
Per l’apertura di un ristorante vi consigliamo di rivolgervi a un professionista che possa curare ogni genere di adempimento fiscale e burocratico, al fine di non commettere errori di valutazione o inesperienza. Solo per questa fase di consulenza ci vogliono dai 4 ai 6 mila euro, mentre il costo complessivo per l’avvio dell’attività supera i 100 mila euro, anche se quest’ultimo dipende molto dal genere e dalle dimensioni del locale e dell’attività.
Le principali voci di spesa iniziali comprendono:
- la locazione o l’acquisto del locale;
- arredamento e attrezzature;
- stoviglie e vettovaglie;
- allacciamento e predisposizione delle utenze;
- materie prime e materiale di consumo;
- il personale.
Come aprire un ristorante: la scelta della location
Per un ristorante sono importanti la qualità e la tipologia del cibo proposto, ma soprattutto la sua posizione, che può determinare in parte il successo finale.
Sicuramente la location ottimale è quella nelle grosse aree urbanizzate, facilmente raggiungibili sia in auto sia con i mezzi pubblici.
Fate molta attenzione però alla possibile concorrenza, che nell’ambito della ristorazione è molto agguerrita, basti vedere il numero di ristoranti, pizzerie, locali etnici che sono presenti nelle nostre città.
Meglio ancora se il locale dispone anche di un parcheggio gratuito nelle vicinanze, che sarà utile soprattutto nei periodi freddi invernali quando il meteo non assiste.
Aprire un ristorante: consulenza gratuita
Curare tutti gli adempimenti fiscali, burocratici e legislativi relativi all’apertura di una nuova attività imprenditoriale è davvero difficile, soprattutto se avete poca esperienza nel settore.
Per questo motivo è possibile richiedere una consulenza gratuita per verificare la possibilità di richiedere un finanziamento a fondo perduto e avviare l’attività imprenditoriale.
Staff Contributi PMI
23/03/2019 at 11:30Ciao Giuseppe,
si è finanziabile.
Contattaci via email e saremo lieti di aiutarti
Giuseppe overa
23/03/2019 at 01:50Vorrei sapere essendo socio di una società srl del 50 % ma nn attiva posso richiedere il finanziamento