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Aprire una parafarmacia

Come aprire una parafarmacia: costi e iter burocratico

Fra le opportunità di business più interessanti troviamo anche le parafarmacie. In questo articolo scopriremo non solo la definizione di parafarmacia, ma anche i requisiti necessari, l’iter burocratico e i costi per avviare un’attività di questo tipo.

Entriamo nei dettagli.

Cos’è una parafarmacia

Il decreto Bersani del 2007 ha liberalizzato la vendita dei farmaci da banco, dando cosi la possibilità di aprire le cosiddette “parafarmacie”.

Con parafarmacia si intende un’attività dove si possono acquistare prodotti farmaceutici senza obbligo di prescrizione medica, cosmetici e integratori. Le parafarmacie possono essere di proprietà di qualsiasi soggetto, ma la legge prevede la presenza di almeno un farmacista iscritto all’albo.

Allo stato attuale le parafarmacie in Italia sono circa 3800, il cui maggior fatturato arriva dal comparto benessere e dalla vendita di integratori, articoli per l’infanzia, cosmetici e prodotti veterinari. Da qualche tempo è in discussione la possibilità di far entrare le parafarmacie nel mercato dei farmaci di fascia C, che potrebbe aumentare le possibilità di guadagno.

Le parafarmacie possono essere costituite sia sotto forma di società di persone che sotto forma di Srl.

Aprire una parafarmacia: iter burocratico e requisiti

Per avviare una parafarmacia, la prima cosa da fare è cercare un locale, possibilmente di grandi dimensioni (10 mq l’ideale) in una zona in cui ci sia abbastanza domanda (che sia in centro o in periferia), magari vicino a studi medici e ospedali. Attenzione alla presenza di eventuali competitor (non solo altre parafarmacie, ma anche farmacie e centri commerciali dotati di servizi analoghi).
È indispensabile inoltre dotarsi di un magazzino.

Così come per qualsiasi altro business, va studiato il mercato di riferimento e preparato un adeguato business plan.

Una parafarmacia necessita di un titolare e un responsabile commerciale e, come già accennato, di  un farmacista, cioè una persona laureata in farmacia, iscritta all’ordine e abilitata. La sua presenza è obbligatoria e dev’essere garantita per tutto l’orario di apertura.

L’iter burocratico prevede:

  • la Scia, la segnalazione di inizio attività, che va inviata all’ufficio del comune preposto
  • la Comunicazione Unica alla Camera di Commercio
  • la registrazione al Ministero della Salute
  • la richiesta del codice di tracciabilità dei farmaci presso il Ministero della Salute
  • la richiesta del titolo di responsabile per la comunicazione della tracciabilità del farmaco

La registrazione al Ministero della Salute va inoltrata per via telematica, in seguito alla quale si otterrà una password per accedere a sistema e registrarsi come responsabile delle comunicazioni e del sistema di tracciatura del farmaco.
La documentazione cartacea necessaria per l’avvio dell’attività va inviata anche tramite raccomandata con ricevuta di ritorno all’Agenzia Italiana del Farmaco, alla Regione, al comune e al Ministero della Salute.

La parafarmacia otterrà così un codice identificativo unico.

I costi per aprire una parafarmacia

L’investimento iniziale per aprire una parafarmacia dipende da diversi fattori: l’affitto del locale, l’arredamento, gli strumenti necessari alla vendita (scaffalature, registratore di cassa, lettore codice a barre), i costi legati all’insegna (che non deve avere una Croce Verde o simboli che possano trarre in inganno e confonderla con una farmacia) e l’acquisto della merce.

Per sostenere i costi è possibile sia chiedere dei finanziamenti per le nuove attività sia avvalersi del franchising: i franchisor, in cambio di una fee, offrono gli arredi per il locale, la concessione del marchio, la formazione del personale e altri vantaggi.

Per aprire una parafarmacia è necessario un investimento pari a circa 150mila euro: c’è da aggiungere inoltre che l’Ordine dei Farmacisti chiede un versamento Inps di circa 4800 euro l’anno.

Il franchising, invece, prevede un investimento decisamente più abbordabile, tra i 10mila e i 40mila euro. Ovviamente, in cambio dei vantaggi che abbiamo elencato poc’anzi, il franchisee (ciò chi si affilia al franchisor) deve versare una fee iniziale e una percentuale sui guadagni: ogni franchisor comunque propone soluzioni diverse, spesso studiate ad hoc sulle esigenze del cliente.

Infine, bisogna considerare lo stipendio di eventuali collaboratori, tra cui il farmacista che, ricordiamo, dev’essere presente nel negozio per tutta l’orario di apertura. Ovviamente il titolare può essere un farmacista.

Aprire una parafarmacia: investimenti onerosi, ma possibilità concrete di guadagno

Abbiamo visto dunque quali sono i requisiti e l’iter burocratico per aprire una parafarmacia. Se è vero che l’investimento iniziale è tutt’altro che esiguo, è altrettanto vero che le possibilità di guadagno sono buone, soprattutto se dovesse essere approvata la vendita dei farmaci di classe C.

Se sogni di aprire una parafarmacia, contattaci subito: ti aiuteremo a sbrigare le pratiche burocratiche e a richiedere eventuali finanziamenti per dare avvio alla tua attività.

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